In base alla durata dell’evento stressante è possibile distinguere due categorie di stress: se lo stimolo si verifica una volta sola e ha una durata limitata si parla di ‘stress acuto’, se invece la fonte di stress permane nel tempo si utilizza l’espressione ‘stress cronico’. Lo stress cronico propriamente detto dura a lungo, investe diverse sfere di vita e costituisce un ostacolo al perseguimento degli obiettivi personali. Si definisce, infine, ‘stress cronico intermittente’ un quadro di attivazione da stress che si presenta ad intervalli regolari, con una durata limitata e un buon livello di prevedibilità. Accanto alla distinzione sulla base della durata è possibile individuare due categorie sulla base della natura degli eventi stressanti. In molti casi gli stressor sono nocivi e possono portare ad un abbassamento delle difese immunitarie – si parla quindi didistress. In altri casi, invece, gli stressorsono benefici, poiché favoriscono una maggior vitalità dell’organismo – si utilizza in questo caso l’espressione eustress.
Lo stress è una risposta psicofisica che l’organismo mette in atto in risposta a compiti che sono valutati dall’individuo come eccessivi: questo significa che un evento stressante per qualcuno potrebbe non esserlo per altri e che uno stesso evento in fasi di vita diverse può risultare più o meno stressante. È tuttavia utile individuare alcuni fattori che risultano tipicamente stressanti per la maggior parte delle persone. Molti dei grandi eventi della vita possono risultare stressanti, sia eventi piacevoli come il matrimonio, la nascita di un figlio o un nuovo lavoro, sia quelli spiacevoli come la morte di una persona cara, una separazione o il pensionamento. Accanto a questi eventi possiamo identificare come fonti frequenti di stress alcuni fattori fisici: il freddo o il caldo intensi, l’abuso di alcol o il fumo, ma anche serie limitazioni nei movimenti. Esistono inoltre fattori ambientali che ci espongono al rischio di stress, pensiamo ad esempio alla mancanza di un’abitazione, agli ambienti molto rumorosi, a livelli di inquinamento elevati. Ricordiamo, infine, le malattie organiche e gli eventi straordinari quali i cataclismi.
Ci capita spesso di dire che siamo ‘stressati’ ma non tutti i sintomi sono facili da individuare e possiamo sottovalutare il problema. Pur essendo difficile fornire un elenco esaustivo di tutti i sintomi dello stress, è utile individuare i più frequenti. Si individuano quattro categorie di sintomi da stress:
– sintomi fisici: mal di testa, mal di schiena, indigestione, tensione nel collo e nelle spalle, dolore allo stomaco, tachicardia, sudorazione delle mani, extrasistole, agitazione, problemi di sonno, stanchezza, capogiri, perdita di appetito, problemi sessuali, fischi alle orecchie;
– sintomi comportamentali: digrignare i denti, alimentazione compulsiva, più frequente assunzione di alcolici, atteggiamento critico verso gli altri, comportamenti prepotenti, difficoltà a portare a termine i compiti;
– sintomi emozionali: tensione, rabbia, nervosismo, ansia, pianto frequente, infelicità, senso di impotenza, predisposizione ad agitarsi o sentirsi sconvolti;
– sintomi cognitivi: difficoltà a pensare in maniera chiara, problemi nella presa di decisione, distrazione, preoccupazione costante, perdita del senso dell’umorismo, mancanza di creatività.
Nelle famiglie con figli per esempio si ricomincia prepotentemente a utilizzarla con l’inizio della scuola: il ragazzo è troppo stressato dai compiti, impegni extra-scolastici e dagli insegnanti. Che hanno troppe richieste, pretese. Se dunque esiste un momento appropriato per parlare dello stress dei teenager, è probabilmente questo.
L’ansia da separazione nei bambini in età prescolare, ad esempio, è ormai ben conosciuta. Crescendo, le pressioni sociali o meglio le difficoltà e gli sforzi del cercare di adattarsi sono grosse fonti di stress.
Come si può aiutare a ridurre l’ansia del bambino e lo stress? Ecco i principali consigli degli esperti:
- Incoraggiare il bambino ad affrontare le sue paure. Evitare le situazioni ansiogene mantiene l’ansia. Al contrario, se un bambino affronta i suoi timori imparerà che l’ansia si riduce naturalmente dopo poco tempo, perché l’organismo mette in atto meccanismi appropriati per ridurla.
- Non bisogna essere perfetti. Non spingete sempre al massimo il vostro piccolo. A scuola, facendo sport o in famiglia, le prove vanno affrontate sapendo che si può anche sbagliare, senza che questo sia vissuto come un evento catastrofico.
- Concentrarsi sugli aspetti positivi. Spesso i bambini ansiosi e stressati possono perdersi in pensieri negativi e nell’eccessiva autocritica. È necessario concentrare le attenzioni sugli aspetti positivi e cogliere sempre le parti migliori.
- Gioco e relax. I bambini hanno bisogno di tempo per rilassarsi e giocare in compagnia. Non bisogna sovraccaricarli di attività, pur positive come lo sport, soprattutto se generano competizione con la relativa ansia da prestazione.
- L’approccio comportamentale di genitori e parenti. Il vostro bambino si comporterà come vede fare in casa da genitori e parenti. Sarà ansioso e spaventato, se in famiglia respirerà questo clima, sciatto o ben curato, se vedrà i genitori trasandati o ben curati, allegro o immusonito in base all’umore prevalente dei familiari, e così via.
- Gratificare i comportamenti positivi. Non abbiate mai paura di premiare i comportamenti positivi del bambino. La gratificazione è molto importante perché aumenta le motivazioni per affrontare i passi successivi. Anche un piccolo passo, nell’affrontare le proprie paure, va premiato.
- Incoraggiare una buona igiene del sonno. Dormire il tempo necessario e con un sonno di buona qualità è molto importante per garantire l’equilibrio psico fisico.
- Incoraggiare il bambino a esprimere la sua ansia. Non minimizzate le preoccupazioni espresse dal bambino. Al contrario, prendetele seriamente e incoraggiatelo a parlarne. Siate, anche in queste occasioni un punto di riferimento, positivo e tranquillizzante.
- Aiutate vostro figlio a risolvere i problemi. Dopo aver ascoltato ciò che il bambino ha da dire, aiutatelo a risolvere i suoi problemi. Questo non significa risolvere il problema per il vostro bambino. Significa aiutarlo a individuare possibili soluzioni.
- Mantenere la calma. Le reazioni dei bambini sono figlie di quelle dei loro genitori, quindi se si vuole ridurre l’ansia del bambino, è necessario gestire la propria ansia. Questo può significare, ad esempio, rallentare il ritmo delle parole, non gesticolare in modo frenetico e fare di tutto per mostrare al bambino che siete calmi e sapete cosa fare.
Referenze
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
Cannon, W.B. (1929). Organization for physiological homeostasis. Physiological Review, IX(3), 399-431.
Kabat-Zinn, J. (1990). Vivere momento per momento. Trad. it.: Sabbadini, A. Tea Pratica, Milano.
Selye, H. (1974). Stress without distress. J. B. Lippincott, Philadelphia.
Selye, H. (1976). Stress in health and disease. Butterworth’s, reading, Massachusetts.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/tag/stress/
Sources of Stress http://kidshealth.org/parent/emotions/feelings/stress.html
Parents Don’t See Kids’ Stress Signs http://www.webmd.com/news/breaking-news/kids-and-stress/20150827/stress-survey.
Stress of divorce can ‘triple risk’ of children getting diabetes.
http://www.telegraph.co.uk/news/science/science-news/11525560/Stress-of-divorce-can-triple-risk-of-children-getting-diabetes.html.
Posttraumatic Stress Disorder in Children Treatment & Management http://emedicine.medscape.com/article/918844-treatment.
12 Tips to Reduce Your Child’s Stress and Anxiety https://www.psychologytoday.com/blog/dont-worry-mom/201302/12-tips-reduce-your-childs-stress-and-anxiety.
