Dario Landro Freelance Sport

Il POWER METER NELLO SPORT

La potenza(P) in fisica viene definita come la capacità di un sistema di produrre energia. Questo concetto si può applicare anche alla “macchina” umana ed ai movimenti che essa compie, dove la potenza esprime la capacità di esprimere forza(F) velocemente.

P= F × V

Dove P è la potenza espressa, F è la forza e V la velocità di applicazione della forza.

L’unità di misura della potenza è il watt (W).

Quindi in tutti i movimenti che l’essere umano compie esprime potenza, più o meno rilevante.

Naturalmente questo concetto è applicabile anche e soprattutto al mondo dello sport, dove la potenza espressa da un atleta è divenuto uno dei parametri valutativi più importanti della performance.

L’importanza del parametro potenza è dovuta all’oggettività del dato che essa fornisce, che non viene influenzato da condizioni ambientali esterne, come avviene per altri parametri valutativi della performance come la velocità, il tempo impiegato e la frequenza cardiaca.

Infatti la frequenza cardiaca, dato fondamentale e ancora oggi il principale per la performance sportiva, non è un dato oggettivo ed attendibile come la potenza, in quanto è sensibile alle variazioni climatiche esterne (temperatura, umidità dell’aria, altitudine) o a variazioni interne (disidratazione, alimentazione, raffreddamento, malattia, medicinali, massa muscolare, stress, sovrallenamento, progressivo affaticamento).

Per questa sua oggettività, la potenza è diventata, negli sport in cui ne è possibile la misurazione, il dato principe su cui programmare l’allenamento, verificare l’effetto del programma di allenamento ed analizzare la performance sportiva.

Lo strumento che ha permesso la misurazione, istante per istante, della potenza espressa dall’atleta è il PowerMeter , detto anche Potenziometro o misuratore di Potenza.

Ad oggi gli sport che possono vantare l’utilizzo del Powermeter sono:

  • Ciclismo.
  • Canottaggio.
  • Running.

Se nel canottaggio e nel running il potenziometro non è ancora una realtà affermata, tale non si può dire nel ciclismo, dove, da quando nel 1986 il misuratore di potenza venne installato sulle biciclette, è diventato sempre più uno strumento fondamentale.

Figura 1: Misuratore di potenza SRM

Il primo misuratore di potenza, e quindi colui che innescò questa rivoluzione nel mondo del ciclismo, fu prodotto da SRM Company (Schoberer Rad Messtechnik) in Germania. L’ingegnere tedesco Ulrich Schoberer, sviluppò il primo prototipo nel 1980 montando delle vecchie pedivelle sulla porzione di uno spider (la parte in cui vengono montate le corone dentate su cui poi scorre la catena per la trasmissione della forza alla ruota posteriore), su cui installò degli estensimetri. Gli estensimetri sono degli strumenti di misura capaci di rilevare e convertire piccole deformazioni dimensionali di un corpo sottoposto a forze meccaniche o termiche. Questi estensimetri andavano a misurare la deformazione del materiale dovuta alla forza impressa dai ciclisti durante l’azione muscolare (Hunter 2006). La torsione prodotta viene inviata e processata dal ciclocomputer installato sulla bicicletta e convertita in watt, che poi verranno mostrati sullo schermo del ciclocomputer.

Nel ciclismo il power meter misura la potenza, espressa in watt, durante la pedalata tramite l’uso di estensimetri, che calcolano la deformazione (variazione di lunghezza) subìta dal materiale per l’applicazione di una forza.

Potenza espressa(watt)= forza applicata (N) × frequenza di pedalata (rpm).

La possibilità di misurare la potenza espressa dall’atleta, istante per istante, ha aperto un nuovo orizzonte che ci permette di indagare:

  • la performance degli atleti;
  • di sviluppare metodiche di allenamento nuove;
  • di modulare in modo migliore il carico ed il recupero;
  • di poter quantificare in modo più accurato il dispendio energetico;
  • di confrontare il dato oggettivo e universale della potenza (watt) con chiunque utilizzi questo strumento. Nel ciclismo, la possibilità di installare sul mezzo uno strumento in grado di misurare la quantità di energia sviluppato dal ciclista, power meter, e di analizzare i file derivati delle gare, ha permesso di ridefinire il modello prestativo e di conseguenza il modo di allenarsi e di testare gli atleti. Dai dati analizzati, infatti, è emerso che l’atleta compie un’innumerevole serie di azioni che interessavano il metabolismo anaerobico.

Questa rivoluzione avvenuta grazie all’introduzione del misuratore di potenza ha portato alla riorganizzazione dell’allenamento e dei test valutativi che precedentemente erano orientati esclusivamente sull’endurance di lunga durata, interessando anche il metabolismo anaerobico, portando a testare ed allenare le caratteristiche metaboliche dell’atleta in toto.

“La valutazione funzionale si propone quindi di valutare analiticamente le qualità muscolari e metaboliche possedute dagli atleti al fine di identificare il modello della gara attraverso le qualità dell‟atleta.” (Dal Monte 1983).

L’introduzione di questo strumento ha permesso quindi di creare test valutativi più appropriati ad indagare la performance e la prestazione atletica sia nel ciclismo che nel running, consentendo un allenamento più funzionale al modello prestativo.

In ambito agonistico, al fine di pianificare l‟allenamento e monitorare la competizione, è importante monitorare i parametri fisiologici dell‟atleta. Per questo è importante la valutazione funzionale dell‟atleta che comporta l‟ottimizzazione della performance sportiva (Dal Monte 1983).

Bibliografia


1) Hunter, A. C., A. (2006). “Training and Racing With a Power Meter.” Good Cond.
2) Dal Monte, A. (1983). “La valutazione funzionale dell’atleta.” Sansoni Editore.

AUTORE: Dario Landro Freelance e Chinesiologo di Scienze Salute e Benessere

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