Freelance Margherita Nacamuli Nutrizione

L’ALLATTAMENTO

L’allattamento al seno è considerato universalmente la norma per l’alimentazione del neonato. Il latte materno non è solo un elemento nutrizionale perfettamente adattato ai fabbisogni del lattante, ma si può anche definire come una medicina specializzata.

L’allattamento al seno, praticato in maniera appropriata, previene malattie infantili come la diarrea, infezioni respiratorie e otite media. Alcuni studi indicano inoltre che l’allattamento al seno potrebbe favorire lo sviluppo cognitivo.

Esistono anche evidenze sull’associazione inversa tra l’allattamento al seno e il cancro al seno nella nutrice: nell’arco della vita della donna, per ogni dodici mesi di allattamento al seno c’è una riduzione del 6% del tumore al seno. L’allattamento al seno sembra inoltre essere influenzato da caratteristiche sociodemografiche delle madri oltre che da fattori legati alle procedure ospedaliere.

Modalità di allattamento al seno 

L’allattamento al seno può essere esclusivo, predominante, misto o parziale. 

  • Allattamento esclusivo: il lattante riceve solo latte materno, medicine o gocce di vitamine. 
  • Allattamento predominante: in aggiunta al latte materno, il lattante riceve altri liquidi come acqua o “tè” non calorici. 
  • Allattamento misto: oltre al latte materno, il lattante riceve la formula lattea. 
  • Allattamento parziale: consiste nell’assunzione di latte materno insieme ad alimenti complementari.

L’ Organizzazione Mondiale della Salute e l’UNICEF raccomandano di iniziare fin da subito l’allattamento al seno esclusivo, di portarlo avanti per i primi sei mesi e di continuare con l’allattamento al seno parziale fino a ventiquattro mesi. Per la maggior parte dei bambini sani, nati a termine da madri ben nutrite, l’allattamento al seno esclusivo è adeguato, sul piano nutrizionale, fino a sei mesi. 

Epidemiologia dell’allattamento al seno 

Malgrado le raccomandazioni dell’OMS e dell’UNICEF, i tassi di allattamento al seno nel mondo rimangono bassi. Solo il 43% dei neonati è avvicinato al seno nell’arco di un’ora dalla nascita e solo il 40% dei bambini di sei mesi o meno sono allattati al seno in modo esclusivo.

È stato mostrato che, rispetto ai bambini allattati al seno in modo esclusivo, bambini tra zero e cinque mesi allattati al seno in maniera predominante, parziale o non allattati al seno, hanno un rischio significativamente più alto di mortalità sia per tutte le cause sia legata alle infezioni. Anche i bambini tra i sei e i ventitré mesi non allattati al seno hanno un rischio superiore di mortalità per tutte le cause e mortalità legata alle infezioni rispetto ai bambini che hanno continuato l’allattamento al seno. L’allattamento al seno ottimale potrebbe prevenire ogni anno circa il 12% delle morti di bambini al di sotto dei cinque anni.

Globalmente la prevalenza dell’allattamento al seno è maggiore nell’Africa subsahariana, in Asia del Sud e in certe parti dell’America Latina. Nella maggior parte dei paesi ad alto reddito, la prevalenza è inferiore al 20%. Facendo una divisione dei paesi a seconda del reddito, emerge che la maggioranza delle madri in tutti i gruppi di paesi inizia l’allattamento al seno; l’inizio precoce dell’allattamento e l’allattamento esclusivo risultano tuttavia bassi in tutti i gruppi di paesi. L’allattamento a dodici mesi è diffuso nei paesi a basso e basso-medio reddito, ma raro altrove.  

Figura 1 – Distribuzione globale dell’allattamento al seno a dodici mesi. I dati derivano da 153 paesi tra il 1995 e il 2013 (Fonte: Victora CG, Bahl R, Barros AJD, França GVA, Horton S, Krasevec J, et al. Breastfeeding in the 21st century: Epidemiology, mechanisms, and lifelong effect. Lancet.)

Risultati di uno studio di sorveglianza italiano indicano una quota abbastanza rilevante di bambini tra 0 e 2 anni mai attaccati al seno. Nei distretti del Centro-Nord la quota varia dal 6,1% al 9,2%, mentre in quelli del Sud varia dall’ 8,7% al 20,6%. La tipologia di allattamento al seno relativa a bambini di 4-5 mesi di età compiuta risulta molto variabile tra i distretti anche della stessa regione. La proporzione di mamme che allattano in modo esclusivo al seno varia dal 5,2% al 39,0%. Il numero medio di mesi di allattamento esclusivo al seno è pari a 4,1; il valore più alto si registra nella Provincia autonoma di Trento (5,0) e quello più basso in Sicilia (3,5).

Formule per lattanti 

La Direttiva 2006/141/CE della Commissione del 22 dicembre 2006, riguardante gli alimenti per lattanti e gli alimenti di proseguimento e recante abrogazione della direttiva 1999/21/CE, afferma che: “gli alimenti per lattanti sono l’unico prodotto alimentare che risponde pienamente alle esigenze nutrizionali dei lattanti durante i primi mesi di vita fino all’introduzione di un’adeguata alimentazione complementare.

Per tutelare la salute di questi ultimi occorre garantire che gli unici prodotti immessi sul mercato e consigliati per tale uso nel periodo suddetto siano alimenti per lattanti. La composizione di base degli alimenti per lattanti e degli alimenti di proseguimento deve soddisfare alle esigenze nutritive dei lattanti in buona salute, stabilite in base a dati scientifici universalmente riconosciuti”.

Effetti dell’allattamento al seno e dell’allattamento con formule per lattanti a confronto

L’inizio dell’allattamento al seno ritardato dopo la prima ora di vita è associato ad un aumentato rischio di mortalità neonatale. I neonati che sono parzialmente allattati al seno hanno un maggior rischio di mortalità per tutte le cause nel primo mese di vita rispetto a quelli che sono esclusivamente allattati al seno. Rispetto ai neonati allattati con formula, quelli allattati al seno per almeno dodici mesi crescono più rapidamente nei primi due-tre mesi e meno rapidamente tra i tre e i dodici mesi; tale modello di crescita è più salutare, in quanto un’elevata crescita durante l’infanzia è associata a patologie non comunicabili come obesità e malattie cardiovascolari più in là negli anni. 

L’ allattamento al seno esclusivo è associato a una riduzione significativa delle malattie respiratorie, mentre l’allattamento esclusivamente con latte artificiale è associato a una maggiore pressione sistolica nell’infanzia. I neonati allattati al seno assumono meno energia e proteine rispetto a coloro che vengono allattati con formula. Emerge inoltre che un’elevata assunzione di energia e proteine è collegata a un’aumentata morbilità. 

Prospettive per migliorare la pratica dell’allattamento al seno 

Per aumentare la prevalenza dell’allattamento al seno e la sua esclusività sono necessari interventi su larga scala. I fattori di tipo educativo e sociale sono ciò che maggiormente determina l’inizio e la continuazione dell’allattamento al seno: sono necessari degli interventi a supporto delle madri che vivono in contesti svantaggiati e nelle comunità più povere. Anche l’esperienza nel reparto di maternità dell’ospedale ha una notevole importanza nello stabilire l’allattamento al seno. Ci sono quindi diversi fattori legati a una cessazione precoce dell’allattamento al seno, i quali implicano delle difficoltà nel dar priorità a tale pratica e capirne l’importanza. 

È stato dimostrato che l’allattamento al seno favorisce una vita più sana, equità e sostenibilità ambientale. 

Vi sono diversi potenziali interventi per aumentare l’aderenza alle linee guida e per migliorare gli aspetti legati all’alimentazione e alla salute infantile. Per quanto riguarda l’allattamento, qualsiasi intervento si voglia intraprendere per evitare abbandoni precoci deve attivarsi in due direzioni diverse: la prevenzione e il sostegno. La prevenzione comporta diffondere con campagne apposite comportamenti virtuosi, così come si fa con l’abitudine al tabagismo, l’obesità o l’attività fisica, per cambiare l’attitudine delle donne verso questo aspetto della genitorialità, superando le barriere legate all’istruzione e alla capacità di autodeterminare le proprie scelte. Si conferma l’importanza, per favorire l’allattamento esclusivo, di tutte le fasi del percorso nascita, dalle condizioni della gravidanza, alle modalità del parto, fino alle pratiche dell’immediato post-parto. Le sole risorse della donna (istruzione, reddito, autonomia), sebbene necessarie, non sembrano essere sufficienti: è necessario modificare e migliorare il contesto, ovvero i punti nascita e le comunità.

Referenze

Pizzi E, Spinelli A, Lauria L, Buoncristiano M, Nardone P, Andreozzi S, et al. Progetto Sorveglianza Bambini 0-2 anni: finalità, metodologia e risultati della Sperimentazione. 2016;

Victora CG, Bahl R, Barros AJD, França GVA, Horton S, Krasevec J, et al. Breastfeeding in the 21st century: Epidemiology, mechanisms, and lifelong effect. Lancet [Internet]. 2016;387(10017):475–90.
Available from: http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(15)01024-7

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– Khan J, Vesel L, Bahl R, Martines JC. Timing of Breastfeeding Initiation and Exclusivity of Breastfeeding During the First Month of Life: Effects on Neonatal Mortality and Morbidity—A Systematic Review and Meta-analysis. Matern Child Health J. 2015;19(3):468–79.

Wilson AC, Forsyth JS, Greene SA, Irvine L, Hau C, Howie PW. Relation of infant diet to childhood health: Seven year follow up of cohort of children in Dundee infant feeding study. Br Med J. 1998;316(7124):21–5.

Heinig MJ, Nommsen LA, Peerson JM, Lonnerdal B, Dewey KG. Energy and protein intakes of breast-fed and formula-fed infants during the first year of life and their association with growth velocity: The darling study. Am J Clin Nutr. 1993;58(2):152–61.

AUTORE: Margherita Nacamuli Freelance e Biologa di Scienze Salute e Benessere

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