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ISCHIOCRURALI E ALLENAMENTO ECCENTRICO: PREVENZIONE E RIABILITAZIONE

Le lesioni da sforzo degli ischiocrurali sono il tipo più comune e frequente di lesioni negli sport che richiedono la corsa ad alta velocità, come il calcio, il rugby, o l’atletica leggera. È probabile che l’infortunio si verifichi durante la fase finale di oscillazione dello sprint, in cui il muscolo bicipite femorale si contrae eccentricamente per decelerare l’estensione del ginocchio, mentre l’anca è flessa. La posizione dell’anca induce un notevole stress di allungamento sull’unità muscolo-tendinea, essendo questa più tesa.

Lo stress di allungamento (= angolo di flessione dell’anca – angolo di flessione del ginocchio) è un parametro importante nella valutazione dei programmi di allenamento, il cui obiettivo è prevenire il rischio di lesioni o re-infortuni ai muscoli posteriori della coscia. Infatti, l’entità dell’allungamento muscolo-tendineo che si verifica durante contrazioni eccentriche ripetute è correlato alla gravità del danno muscolare prodotto. Brooks e Faulkner (2001) hanno indicato che maggiore è la velocità di allungamento muscolare in contrazioni eccentriche, più grave sarà la lesione da sforzo muscolare.

Stretching catena anteriore

Allo stesso tempo, c’è un’estensione dell’anca controlaterale per prevenire l’inclinazione posteriore del bacino, che diminuirebbe l’allungamento dei muscoli posteriori della coscia. Pertanto, la fase finale dell’oscillazione fa sì che le inserzioni tendinee dei muscoli semimembranoso, semitendinoso e del capo lungo del bicipite femorale vengano allungate rispettivamente del 7,4%, 8,1% e 9,5% oltre la loro lunghezza in stazione eretta.

In considerazione dei fattori sopra evidenziati, è importante valutare le variabili muscolari in un angolo di flessione dell’anca, in quanto a gradi maggiori l’attività e la resistenza del tendine del ginocchio sono critiche, con una torsione più elevata dovuta al fatto che i muscoli posteriori della coscia sono in una posizione allungata. La modificazione di questa torsione che si verifica con la variazione della flessione dell’anca e, di conseguenza, quella dell’ angolo ottimale (cioè l’angolo al quale si verifica la torsione), sono i parametri principali da considerare quando si valutano gli adattamenti funzionali dei muscoli posteriori della coscia durante la contrazione eccentrica. Quest’ultima, che si verifica a livello del muscolo bicipite femorale, può costituire il punto di partenza per impostare un programma di allenamento mirato a prevenire il rischio di lesione agli ischiocrurali o per diminuire il rischio di recidiva in una fase successiva, perché eseguire esercizi di forza a maggiore lunghezza muscolotendinea con un angolo dell’anca alto può essere più efficace nella prevenzione degli infortuni a causa del cambiamento dell’angolo di torsione su una lunghezza muscolare maggiore.

Un intervento di rafforzamento e di tipo eccentrico può portare ad adattamenti neuromuscolari (es., ipertrofia muscolare e miglioramento dei fattori neurali), che influenzeranno l’angolo ottimale in modo che ci sarà un’aggiunta di sarcomeri in serie all’interno del muscolo, consentendo una maggiore libertà di movimento senza allungamenti eccessivi.

Molti studi, tra cui Guex et al., (2012), Guex et al., (2016), Sarabon et al., (2019), si sono concentrati su quale intervento fosse il migliore per raggiungere questo obiettivo, confrontando i risultati tra allenamento con esercizio nordic hamstring ed esercizi su dinamometro isocinetico. Ad esempio, Guex et al., (2012), hanno valutato l’angolo di flessione dell’anca e la sua influenza sull’angolo di torsione durante le contrazioni eccentriche sul dinamometro isocinetico e il modo in cui ha migliorato la forza dei muscoli posteriori della coscia. Un altro studio, di Guez et al., (2016), ha valutato i cambiamenti alla lunghezza del fascicolo dei muscoli posteriori della coscia, all’angolo di pennazione, alla forza e agli angoli ottimali, ipotizzando un aumento per i primi tre parametri e una diminuzione per l’angolo ottimale, sul dinamometro isocinetico.

Seymore et al., (2017), hanno esaminato gli effetti dell’allenamento con esercizio nordic hamstring per la forza eccentrica sull’architettura del muscolo, sulla sua rigidità e forza.

Sarabon et al. (2019), hanno valutato diverse varianti dell’esercizio nordic hamstring, ottenute alterando la pendenza del supporto della parte inferiore della gamba e assumendo diversi angoli di flessione dell’anca.

Il meccanismo alla base degli adattamenti funzionali a seguito di un allenamento eccentrico non è ancora chiaro, ma hanno evidenziato come un intervento di questo tipo contribuisca in maniera efficace a preservare i muscoli ischiocrurali, in termini di architettura e funzionalità. Pertanto è intuibile perchè l’inserimento di esercizi come il nordic hamstring nei programmi di allenamento sia inevitabile, sopratutto a livello agonistico.

Referenze


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AUTORE: Grazie Novielli Freelance e Chinesiologa di Scienze Salute e Benessere

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