Chinesiologia Freelance Medical Simona Repetto

TRIADE NELLA DONNA ATLETA: ASPETTI BIOLOGICI E PSICOPATOLOGICI

Nel mondo della Fisiologia, della Medicina e della Preparazione Atletica è fondamentale conoscere bene le caratteristiche di ogni persona per raggiungere obbiettivi che siano di benessere, estetici o di risoluzione di varie problematiche.

Uomo e donna sono molto diversi fisicamente e dal punto di vista fisiologico.

È cosa nota che il complesso ormonale ha un profondo impatto sull’ omeostasi di ogni persona, sull’ adattamento allo stimolo allenante, e non considerarlo può condurre ad una risposta inadeguata o, in alcuni casi, ad un esito completamente negativo come nel caso dell’amenorrea nelle donne.

Gli ormoni ovarici nella donna sono tutti secreti dai follicoli ovarici, essi sono un gruppo di ormoni denominati estrogeni prodotti quasi esclusivamente dalle cellule della

granulosa, e il progesterone, prodotto dal corpo luteo, la relaxina, un peptide di recente identificazione prodotto dal corpo luteo gravidico, che svolge una funzione di espletamento del parto e gli androgeni, che nella donna sono presenti di numerosi tipi, prodotti dall’ovaio, dal surrene e dal tessuto adiposo.

In particolare il deidroepiandrosterone solfato (DHEA-S) che è prodotto soprattutto dal surrene, l’androstenedione che è prodotto in parte dall’ovaio e in parte dal surrene e il testosterone, il più potente di tutti, vero e proprio ormone dell’energia vitale, perché aumenta l’energia fisica e mentale,

aumenta il tono e la forza muscolare, migliorando quindi l’effetto dell’esercizio fisico e contribuisce a mantenere una forma del corpo tipica dell’età giovane. In loro carenza, come succede con la menopausa, cambia la conformazione del corpo femminile con aumento di accumulo di grasso sul punto vita e sull’addome (conformazione androide nella donna) .

Nelle cellule dei follicoli ovarici, la biosintesi degli estrogeni avviene a partire dal colesterolo.

È ormai noto l’impatto favorevole che ha l’attività fisica dal punto di vista metabolico sul profilo lipidico, sulla pressione arteriosa, sulla prevenzione del sovrappeso e dell’obesità e quindi sul rischio cardiovascolare in generale oltre che sul raggiungimento di valori di densità minerale ossea adeguata.

Tuttavia, se l’esercizio fisico porta dei benefici allo stato di salute, un’attività fisica con dei ritmi intensi e prolungati, come quella agonistica, può condurre a dei cambiamenti ormonali che colpiscono la fisiologia femminile tali da esporre la donna ad alcuni rischi.

In numerosi studi è stata osservata la correlazione fra lo stress fisico e alterazioni dello stato mestruale, tanto che è stata coniata la definizione di “disfunzione mestruale indotta dall’esercizio fisico”.

L’incidenza di queste alterazioni varia in base al tipo, alla durata, all’intensità dello sport praticato.

Gli sport maggiormente associati all’insorgenza di questa vera e propria sindrome sono quelli di endurance (corsa, nuoto), oppure le attività nelle quali l’aspetto fisico è importante (pattinaggio artistico, tuffi, ginnastica). 

Le donne che seguono allenamenti intensi, enfatizzando la perdita di peso, vanno incontro a disordini di natura alimentare e ciò riduce la disponibilità di energia fino a rendere irregolare il ciclo mestruale (oligomenorrea: da 35 a 90 giorni tra un ciclo e un altro) o a bloccarlo (amenorrea secondaria: il ciclo mestruale si interrompe per almeno tre mesi)

Nelle atlete più giovani, è possibile osservare casi di amenorrea primaria o pubertà ritardata.

L’ amenorrea può quindi essere primaria o secondaria. La prima si verifica quando c’è la totale assenza di mestruazione al raggiungimento del sedicesimo anno di età della ragazza con presenza di caratteri sessuali secondari, mentre l’ amenorrea secondaria è l’ assenza di mestruazioni per tre o più cicli mestruali consecutivi dopo il menarca quindi a mestruazioni già avvenute in passato.

L’amenorrea collegata all’allenamento ed alle variazioni del peso è provocata da cambiamenti a livello ipotalamico, che causano un diminuito livello di estrogeni, nello specifico è causata da una riduzione della secrezione pulsatile dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) da parte dell’asse ipotalamo-ipofisi.

Molti neuro-mediatori (catecolamine, endorfine…) interagiscono con i centri produttori di GnRH.

Si ritiene che gli stress fisici ed emotivi causino amenorrea ipotalamica interagendo con tali ormoni.

Le due cause principali di anormale secrezione pulsatile di GnRH sport correlata sono:

*L’ipotesi dell’ attivazione della via adrenergica durante l’esercizio che inibisce direttamente il rilascio ipotalamico di GnRH

*La riduzione dell’ apporto calorico, quindi energetico con aumento delle richieste energetiche.

Questi cambiamenti a livello ipotalamico hanno come conseguenza varie reazioni a cascata causando un diminuito livello di estrogeni con alterazioni mestruali e una bassa concentrazione di ormoni ovarici in atlete con associata una ridotta massa ossea e aumentato tasso di perdita ossea (2-6% per anno), come sovente avviene in menopausa oppure in altre condizioni di ipoestrogenismo (deficit ovarico, tumore ipofisario)

La ridotta massa ossea aumenta esponenzialmente il rischio di sviluppare osteoporosi che per definizione è la riduzione di densità minerale ossea di 2,5 volte rispetto ai valori normali per l’età, con inadeguata formazione di osso, il che determina un aumento della fragilità ossea ed elevatissimo rischio di incorrere in fratture.

Un’osteoporosi precoce chiaramente è patologica oltre che molto pericolosa per il probabile rischio di eventi traumatici.

Il quadro che origina dal disordine alimentare, ossia il deficit di energia, l’amenorrea e l’ osteoporosi come conseguenze è stato descritto nel 1992 dall’American College of Sport Medicine col nome ‘Triade della donna atleta’

I disturbi alimentari sono alla base della triade.

Abitudini alimentari insane come il digiuno, saltare i pasti, l’uso di lassativi e/o diuretici fino ad arrivare ad alcuni comportamenti lesivi come il vomito autoindotto conducono velocemente al quadro clinico di anoressia e/o bulimia

In tutta franchezza, occorre però sottolineare che nella vita di una donna si possono avere vari periodi di vulnerabilità nei confronti dei disturbi alimentari, anche senza entrare nel merito del disturbo alimentare vero e proprio.

Solitamente questi periodi si verificano in condizioni di eventi traumatici/psicologici, trasferimenti, delusioni in vari aspetti della vita e depressione post-partum.

Data la sua complessità, la risoluzione del problema deve basarsi inizialmente sulla presa di coscienza del fatto e coinvolgere diverse figure professionali: il Dottore in Scienze Motorie, lo Psicologo e il Dietologo, lavorando in team aiuteranno il recupero dell’atleta.

Importante è anche il coinvolgimento della famiglia, che sosterrà l’atleta nel percorso della guarigione (spesso lungo e tortuoso) 

Con una nutrizione adeguata, un regime di allenamento ridotto e rivisto dal professionista delle scienze motorie si tornerà alle condizioni di omeostasi della donna, primo tra tutti il ritorno di un ciclo mestruale normale. 

Referenze


-Rebar R: Evaluation of amenorrhea, anovulation, and abnormal bleeding. In Endotext [Internet]. edited by KR Feingold, B Anawalt, A Boyce, et al. South Dartmouth (MA), MDText.com Inc, 2000

-The female athlete triad Elizabeth Horn et al. R I Med J (2013). 2014.

-Principi di fisiologia vol.2 di Cesare Casella, Vanni Taglietti Editore: La Goliardica Pavese.

-Letizia Pieruzzi, Eleonora Molinaro – Disturbi mestruali e amenorrea nelle atleteJSA 2015;2:63-70.

AUTORE: Simona Repetto Freelance e Chinesiologa di Scienze Salute Benessere

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: