IL MICROBIOTA UMANO: FOCUS SUL MICROBIOTA INTESTINALE
Il microbiota umano è l’insieme dei microorganismi che popolano l’organismo all’intermo e all’esterno e che convivono in simbiosi con esso, senza danneggiarlo.
Si tratta di un numero di cellule 10 volte superiore a quello delle cellule del corpo umano e che influenza in maniera significativa il suo stato di salute.
Non bisogna confonderlo con il microbioma che rappresenta, invece, il patrimonio genetico dell’intero microbiota.
Si tratta di microorganismi che instaurano un rapporto di commensalismo con l’ospite ovvero ricavano i substrati energetici, necessari per la loro sopravvivenza, dall’uomo senza, però, arrecare danno.
Quando e come si sviluppa il microbiota intestinale?

La prima fase cruciale, di sviluppo del microbiota intestinale, è il parto. In effetti, è stato dimostrato che il microbiota intestinale dei figli è simile a quello vaginale delle madri e che i bambini nati attraverso parto cesareo hanno un microbiota diverso da quelli nati attraverso parto naturale.
Altra fase importante, per la maturazione del microbiota, è il contatto con i capezzoli materni e dunque l’allattamento: studiando la composizione del microbiota dei bambini allattati è stata notata la predominazione dei batteri Bifidobacterium e Lactobacillus, mentre nei bambini nutriti con latte artificiale sono presenti anche Bacteroides, Stafilococcus e Clostridium. Ciò è fortemente correlato alla composizione del latte materno:
- IgA e lisozima del latte materno inibiscono la crescita di alcuni batteri
- Prebiotici naturali del latte favoriscono la crescita di Bifidobacterium
- N-acetil-glucosammina e oligosaccaridi rendono le feci del neonato più acide, favorendo la proliferazione di batteri lattici e bifidi
- La lattoferrina favorisce l’assorbimento del ferro
Intorno ai due anni, il microbiota del bambino ha una composizione molto simile a quella dell’adulto, tuttavia si modifica nel corso della vita. Uno dei principali fattori che lo influenza è l’alimentazione: diete ricche di vegetali e, quindi di fibra, favoriscono la crescita di specie batteriche protettive, mentre quelle caratterizzate dalla presenza di una grande quantità di carne agevolano la crescita di varietà batteriche specializzate in processi di putrefazione.
Le funzioni del microbiota intestinale
I microorganismi che colonizzano l’intestino svolgono importanti funzioni quali:
- digestione di frazioni di carboidrati e proteine non digerite nell’intestino tenue con produzioni di metaboliti quali acidi grassi volatili (acetico, propionico, butirrico) che stimolano il turnover ed il differenziamento delle cellule del colon;
- difesa contro i batteri esogeni, introdotti attraverso gli alimenti, impedendo l’adesione di essi alle cellule del colon, competendo per i substrati metabolici e producendo sostanze antibatteriche;
- influenza nella sintesi della vitamina K;
- interazioni con il sistema nervoso centrale, in quanto produce sostanze che si comportano da neurotrasmettitori;
- metabolismo degli estrogeni grazie alla presenza, nei batteri del microbiota, di beta- glucuronidasi e solfatasi che catalizzano la deconiugazione degli estrogeni, consentendo il riassorbimento degli ormoni (quelli coniugati vengono eliminati con le feci).
Cosa si intende per disbiosi intestinale e come deve essere trattata?
Col termine DISBIOSI si intende un’alterazione della struttura del microbiota, sia in termini di composizione che di funzionalità.
È possibile che si presenti:
- un eccesso di patobionti, ovvero batteri potenzialmente patogeni che colonizzano normalmente l’intestino ma che, in alcune condizioni specifiche, possono proliferare e causare delle patologie;
- una diminuzione di commensali;
- un’ alterazione della diversità delle specie batteriche.
Le cause possono essere molteplici: dieta, farmaci, infezioni, processi infiammatori e fattori genetici.
La disbiosi può comportare l’insorgenza di patologie quali le malattie infiammatorie intestinali o la sindrome del colon irritabile.
Essa viene trattata attraverso:
- probiotici ovvero microorganismi vivi e vitali che favoriscono la crescita della microflora saprofita. I principali probiotici comprendono Lattobacilli, Bifidobatteri, Streptococchi, Escherichia coli e alcuni Enterococchi;
- prebiotici e cioè frazioni di alimenti non digerite nell’intestino tenue che rappresentano il substrato ideale per la proliferazione e l’attività dei batteri del microbiota. Tra i principali figurano il lattulosio, l’inulina, i fruttoligosaccaridi, le pectine e l’emicellulosa;
- simbiontici che contengono sia prebiotici sia probiotici.
Referenze
http://alimentazione.fimmg.org/relazioni_corsi/2019/relazione_microbioti_luglio/relazioni_luglio_2019/Livadiotti_Composizione_evoluzione_micro.pdf
Role of Probiotics in Human Gut Microbiome-Associated Diseases
Gut microbiota in the pathogenesis of inflammatory bowel diseas
LINEE GUIDA SU PROBIOTICI E PREBIOTICI Revisione marzo 2018 OMS
AUTORE: Miriana Sanzo Freelance e Biologa di Scienze Salute e Benessere
