Negli ultimi decenni, le ricerche scientifiche, soprattutto quelle in ambito ergonomico, hanno cercato di valutare l’impatto delle posture che assumiamo durante la giornata e nelle ore notturne, sul sistema muscolo scheletrico e, in generale, sul benessere psico-fisico dell’individuo.
Le condizioni lavorative hanno subìto un cambiamento notevole, in termini di quantità delle ore trascorse sul luogo di lavoro e, soprattutto, di qualità delle condizioni ambientali del lavoratore.
La postura da seduto, assunta per un considerevole numero di ore, può influenzare il nostro sistema su più livelli.
L’aumento delle attività lavorative in Smart Working, il peggioramento delle condizioni ambientali e/o comportamentali e lo stress cronico che comportano una peggiore gestione del tempo libero hanno aumentato negli ultimi anni (soprattutto a causa del periodo pandemico che stiamo attraversando), il rischio di problematiche circolatorie nei soggetti poco attivi.
Il corpo umano è dotato di una rete circolatoria davvero estesa (arterie, vene e capillari raggiungono una lunghezza di circa 100.000 km). In una singola giornata il sangue percorre circa 19000 km attraverso il sangue e vene, permettendo l’assimilazione del giusto quantitativo di sangue di cui necessitiamo, in base a diverse variabili (aumento della FC, aumento delle richieste mentali, emozionali, etc…).
Ma perché il sistema circolatorio può subire un’influenza dalla postura che assumiamo, soprattutto se siamo seduti?
In generale, uno degli ostacoli che trova la circolazione sanguigna è qualcosa di assolutamente fuori dal nostro controllo: la forza di gravità.
La presenza della forza gravitazionale rende necessario il contributo di alcuni meccanismi fisiologici che influenzano costantemente il sistema cardio-vascolare.
Una volta che il sangue ha raggiunto le cellule e i tessuti corporei al di sotto del cuore, infatti, esso deve percorrere la fase di “ritorno”, all’interno della circolazione venosa, muovendosi contro l’attrazione gravitazionale terrestre (forza che attrae un corpo dotato di massa, verso la superficie terrestre).
Ed è all’interno di questo meccanismo, che l’azione muscolare, rappresenta un “facilitatore” del ritorno venoso, creando la cosiddetta “vis a tergo”.
Affinché, però, questa via sia funzionale al benessere e alla fisiologia cardiovascolare, facilitando il ritorno venoso verso il cuore (all’atrio destro, attraverso le vene cave), i muscoli devono essere mantenuti attivi.
Le posture fisse, attraverso una graduale diminuzione dell’attività tonica muscolare, causano un peggioramento della funzionalità di questa “pompa muscolare”.
Nel tempo, così, si vengono a creare condizioni di edemi agli arti inferiori, conseguentemente a una diminuita circolazione periferica e altri disturbi tissutali (per esempio la cellulite è una malattia infiammatoria del tessuto connettivo, causata prevalentemente da una diminuita perfusione tissutale, oltre che, naturalmente, da fattori ormonali, alimentari e comportamentali).
La prevalenza del comportamento sedentario sul posto di lavoro e l’aumento del tempo di seduta giornaliera sono state associate allo sviluppo di malattie cardiovascolari e, anche se gli studi che indagano sull’impatto della seduta sulla funzione vascolare sono limitati, alcuni di essi dimostrano che esiste un’associazione tra postura e vulnerabilità del sistema vascolare.
In uno studio (1) effettuato negli USA da Robert M. Restaino et altri, sono stati analizzati gli effetti sulla circolazione, conseguenti al mantenimento di una postura da seduto per 6 h (un intervallo di tempo che equivale a quella di una giornata tipica di lavoro).
I dati raccolti hanno permesso di evidenziare che la funzione micro e macro-vascolare degli arti inferiori e superiori si riduce notevolmente dopo una seduta prolungata (nell’esperimento si misurava il flusso sanguigno nelle arterie brachiale e poplitea) e che la normalizzazione del flusso agli arti inferiori avveniva grazie a una camminata (mentre la reattività del flusso negli arti superiori non registrava miglioramenti in seguito alla ripresa dell’attività fisica).
Da qui l’importanza di una sensibilizzazione all’educazione all’ergonomica e al movimento come strumenti di prevenzione degli effetti delle posture che assumiamo, sul sistema muscolo-scheletrico e sulla salute del lavoratore.
L’ ergonomia (dal greco – ergon/lavoro e nomos/legge) è una scienza applicata interdisciplinare che si occupa della interazione tra l’uomo e il suo ambiente. Soprattutto all’interno del luogo di lavoro, essa permette, attraverso la progettazione degli spazi e delle attrezzature lavorative, di organizzare e adattare lo spazio lavorativo in base all’esigenza del lavoratore, riducendone lo stress a carico del sistema muscolo-scheletrico e psico-fisico.
Uno studio scientifico del team di Yasin Ekinci et altri (2), ha valutato un gruppo di studenti (gli utenti di computer sono a rischio in termini di disturbi muscoloscheletrici), dei quali 27 avevano ricevuto informazioni ergonomiche e 58 nessuna informazione: la percentuale di dolore provato dai soggetti non educati a una postura “corretta” era maggiore rispetto a coloro che avevano ricevuto informazioni ergonomiche.
L’informazione ergonomica permette all’individuo di assumere una postura che permetta al sistema di “funzionare” rispettando le leggi naturali che lo regolano e che ottimizzi e mantenga il nostro corpo in uno stato il più possibile “armonico”, non solo dal punto di vista biomeccanico ma anche psicologico.
E’ vero, infatti, che se le condizioni lavorative sono consone alle nostre esigenze, anche la psiche ne beneficia. Queste sono le basi per la creazione di un ambiente lavorativo e domestico salutare.
Risulta interessante, a mio avviso, analizzare le posizioni da seduto che più frequentemente assumiamo durante la giornata e le ore lavorative, cercando di comprendere quale possa essere l’impatto sul sistema circolatorio.
In particolar modo prenderò in esame tre posizioni (immagine 1 – a, b, c ) utilizzate durante la seduta:
A: Postura con retroversione del bacino;
B: Seduta a gambe incrociate;
C: Postura in neutro.

Il mantenimento prolungato di una postura con retroversione del bacino (a), sottopone i vasi artero-venosi che apportano e drenano sangue da e verso la regione glutea e pubica, a una costante compressione. L’abitudine a questa postura, comporterà una diminuzione degli scambi metabolici ai tessuti di queste zone, predisponendo le strutture a diverse disfunzioni con ripercussioni sulla circolazione locale o “ a monte”.
Nella posizione con arti inferiori “incrociati” (b), soprattutto se la postura assunta si associa all’ipercifosi dorsale (accade facilmente quando ci avviciniamo eccessivamente al monitor e manteniamo questa posizione per molto tempo),andremo a creare una maggiore “chiusura” al livello del triangolo femorale (immagine 2), e del cavo popliteo (la regione posteriore del ginocchio), creando potenzialmente una difficoltà circolatoria in queste importantissime zone di passaggio di strutture vascolo-nervose e linfatiche (al livello del triangolo femorale è collocato il “nodo di Cloquet”, un importante linfonodo, insieme all’a, v., e nervo femorale per esempio).

La posizione di “incrocio” degli arti inferiori sottopone le zone qui sopra menzionate, a una compressione che si rifletterà sul flusso sanguigno delle arterie e vene.
Naturalmente questa analisi posturale si riferisce alla situazione nella quale queste posture vengano protratte per un periodo di tempo eccessivo (non intervallato da pause e movimento) ma, è importante sottolineare quanto, in realtà, tutte le posizioni, anche la più corretta da un punto di vista ergonomico diventa sfavorevole, se prolungata.
Nella posizione neutra (c), il carico biomeccanico è perfettamente equilibrato e la pressione esercitata sulla superficie d’appoggio viene scaricata tramite l’appoggio sulle tuberosità ischiatiche. Il flusso sanguigno non subirà alterazioni dovute a posizioni “forzate” del bacino e a posizioni degli arti inferiori che compromettono la circolazione. Tale posizione, inoltre, permetterà una corretta distribuzione delle forze discendenti e ascendenti attraverso le trabecolature ossee e, la pressione sui tessuti, sulle strutture vascolari e nervose, sarà omogenea (assetto “normale” – immagine 3).
Le ripercussioni di una postura da seduto scorretta e prolungata, inoltre, può influenzare la funzionalità respiratoria, che rappresenta, tra le fisiologie egemoniche del corpo umano, la più importante.
Ma perché tale relazione?
Andrew Taylor Still, padre della medicina osteopatica affermava (3): “la struttura controlla la funzione e la funzione condiziona la struttura. Secondo Still, quindi, è l’equilibrio nel rapporto tra struttura e funzione che regola la nostra fisiologia. Ne consegue che, laddove la biomeccanica venga alterata (l’ergonomia ha in questo caso una valenza preventiva), inesorabilmente la funzione ne subisce le conseguenze.
L’assunzione di una postura da seduto che prediliga un atteggiamento tendente alla “chiusura” (con aumento della curva cifotica dorsale) crea una diminuzione della mobilità della regione mediastinica (tendiamo soprattutto a diminuire la fase di espansione toracica o inspirazione) e una “sofferenza” a carico delle strutture in essa contenuti (il cuore e i polmoni, soprattutto). La modifica posturale, che agisce sulla biomeccanica della struttura, in questo caso, modificherà la funzione: il diaframma dovrà lavorare, gradualmente, utilizzando una dinamica muscolare con un range articolare minore, cioè in maggior “accorciamento” (conseguenza della posizione scorretta mantenuta).
In uno studio (4) che analizzava gli effetti della posizione seduta sul sistema respiratorio, i risultati hanno suggerito che anche sottili differenze nella postura da seduti influenzano la mobilità tridimensionale del torace e il volume corrente polmonare (quantità d’aria che viene mobilizzata durante ogni atto respiratorio non forzato – 300-500 ml). Kaneko e Horie (5) hanno misurato la respirazione tridimensionale, il movimento del torace e dell’addome in salute soggetti in posizione seduta. Hanno osservato che, rispetto alla posizione eretta, la seduta diminuisce la mobilità del torace e dell’addome. L’esistenza di tali interazioni è stato confermato da Wang (6) che ha valutato la relazione tra i movimenti della parete toracica e del diaframma in giovani sani in posizione seduta. Allo stesso modo Romei (7) ha confermato che la postura del corpo ha un impatto significativo sull’impegno del torace e del diaframma durante la respirazione.
In questo studio ogni individuo è stato testato in 5 posizioni: seduta senza schienale, con lo schienale inclinato ad un angolo di seduta di circa 80°, 2 posizioni reclinate con lo schienale inclinato di circa 65° e 40°, e sdraiato.
Ai partecipanti è stato chiesto di respirare naturalmente per 3 minuti in ogni posizione.
Le analisi del i risultati hanno confermato il principio che l’ampiezza della respirazione dei movimenti del tratto toracico diminuiscono con una diminuzione dell’angolo dello schienale (frequenza respiratoria e volume corrente avevano valori più alti in posizione seduta senza supporto).
Il mantenimento delle curve rachidee (lordosi e cifosi) è una condizione fondamentale per una corretta attività del diaframma. La postura “rinsaccata” che si assume mentre siamo seduti, danneggia la corretta dinamica diaframmatica e aumenta l’utilizzo del tratto respiratorio superiore durante la respirazione (viene utilizzata maggiormente una respirazione costale alta).
Il diaframma rappresenta un elemento fondamentale nel mantenimento degli equilibri pressori e fluidici (vascolari, linfatici) del sistema corpo. Dal punto di vista anatomico, rappresenta un punto di passaggio dei vasi più importanti (arteria aorta, vena cava) e di altre strutture nervose, per esempio.
Anche l’attività muscolare diaframmatica, attraverso l’alternanza tra fase inspiratoria ed espiratoria, crea un altro importante meccanismo di “pompa”, che ha un effetto benefico sui visceri addominali e sulla circolazione sistemica. Tale fisiologia è, infatti, considerata fondamentale per il mantenimento dell’omeostasi organica (condizione che risponde all’eterostasi, cioè alla continua modifica degli equilibri biologici, conseguente a stimoli esterni e/o interni).
La postura, quindi, attraverso un’alterazione della biomeccanica articolare, può condizionare negativamente non solo la funzionalità circolatoria e respiratoria ma anche le fisiologie che sono influenzate dall’organo diaframmatico. Gli effetti di una disfunzione diaframmatica e della funzionalità respiratoria, possono perturbare, infatti, non solo l’equilibrio acido/base del nostro organismo, al quale il sistema respiratorio partecipa attraverso un meccanismo “tampone”, ma può comportare numerosi disturbi a carico del sistema neurovegetativo, del sistema linfatico, gastrointestinale e alterare la capacità di modulazione emotiva. Alla luce delle ricerche qui riportate e del ragionamento basato sull’anatomia e fisiologia umana, deduciamo quanto la diffusione di una informazione ergonomica, che educhi il soggetto al mantenimento di una postura da seduto corretta e al movimento, possa rappresentare uno strumento di prevenzione delle problematiche circolatorie e respiratorie associate ad atteggiamenti posturali non benefici.
REFERENZE
1- Robert M. Restaino1, Seth W. Holwerda1, Daniel P. Credeur2, Paul J. Fadel1,3 and Jaume Padilla3,4,5 – Impact of prolonged sitting on lower and upper limb micro- and macrovascular dilator function, 2015,
2- Yasin Ekinci, Songul Atasavun Uysal, Vesile Yildiz Kabak, Tulin Duger – Does ergonomics training have an effect on body posture during computer usage? – 2019;
3- Still, A. T., Filosofia e Principi Meccanici dell’Osteopatia, Castello Editore, 2000;
4- Elżbieta Szczygieł 1, Katarzyna Zielonka 1, Sylwia Mętel 2, Joanna Golec 1 – Musculo-skeletal and pulmonary effects of sitting position – a systematic review – 2017;
5- Kaneko H, Horie J. Breathing movements of the chest and abdominal wall in healthy subjects. Respir Care 2012; 57(9):1442–1451;
6- Wang HK, Lu TW, Liing RJ, Shin TT, Chen SC, Lin KH. Relationship between chest wall motion and diaphragmatic excursion in healthy adults in supine position. J Formos Med Assoc. 2009; 108(7): 577–586;
7- Romei M, Lo Mauro A, D’Angelo MG, Turconi AC, Bresolin N, PedottiA, Aliverti A. Effects of gender and posture on thoraco-abdominal kinematics during quite breathing in healthy adults. Respir Physiol Neurobiol. 2010; 172(3): 184–191.
ARTICOLO DI: Sara Torrisi Freelance e Osteopata di Scienze Salute e Benessere
